Andrea  Camilleri
Il  sorriso di  Angelica
Ed.  Sellerio
Romanzo  noir
“Il  saggio  non è che un fanciullo  che si duole di essere cresciuto”.
Nella  nota  alla fine del  libro Andrea  Camilleri  parla del  motivo ispiratore de Il Sorriso di Angelica;  a Roma,  qualche tempo  fa, una  banda di  ladri ha  svaligiato  numerosi   appartamenti  con la stessa  tecnica  descritta nel  romanzo, da  questo fatto di  cronaca  ha desunto  la  traccia  da prende  l’avvio la  storia,   ma per  quali tortuosità poi, prosegue e finisce, lo  sa solo la  sua  fantasia.  
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| ARCANGELA | 
Incipit medesimo:  arrisbigliamenti di  Montalbano,  questa volta  non è solo nel letto, c’è Livia, ma  ha già  dimenticato la  sua presenza  dormiente. Il romanzo  inizia con un sollenni moto di gelosia di  Montalbano e  nel corso della  narrazione  Salvo sarà  geloso, furioso e libidinoso ai limiti  della  lascivia.
Una serie  di furti nelle case di noti professionisti  animano il  commissariato  di Vigàta,  Montalbano è  alle prese con questi  reati e come sempre  diventa una  partita  personale tra  lui e l’autore o gli  autori dei medesimi  reati. A  scompaginare  la  faccenda,  la presenza di  una bella  trentina, di Trieste, di  “stanza”  a Vigàta, pardon,  cassiere capo  alla  Banca siculo  americana,  anche lei  vittima di questi  ladri, che farà perdere il lume  della ragione  a Salvo.  La vicenda  giudiziaria si  complicherà a seguito di   due omicidi,  ma   questo farà  parte delle  indagini il cui corso lo lasciamo  a tutti quelli che  leggeranno il libro. 
La  presenza che  primeggia e dà il titolo  al romanzo è  femminile, quei ritratti di  femmina che forse sono  retaggio della  gioventù dell’autore, in questo  caso  contaminato  da reminescenze  letterarie, ma  così conturbanti e di  bellezza dirompente  da far uscir  di senno.  Il primo incontro è  un’apparizione  metafisica,  la donna di  carta,  l’Angelica dell’Ariosto che  s’incarna  nella realtà.  “Era  precisa ‘ntifica,  ‘na  stampa e’na  figura, con  l’Angelica  dell’Orlando furioso,  accussì come lui se  l’era  immaginata e  spasimata  viva, di  carne,  a sidici anni, talianno  ammucciuni le  illustrazioni di  Gustavo Doré   che so  zia gli  aviva proibito”.  E’ solo il principio di una  passione tanto  improvvisa  quanto  tardiva; non è  la prima  volta che il nostro eroe si  trova  invischiato nelle  maglie degli  spasimi  amorosi e di esserne  letteralmente  travolto come un  adolescente, infatti  frammisti, sono inseriti due versi  della poesia  di Cardarelli  Adolescente “Un  pescatore di  spugne,/avrà  questa  perla  rara”.  La confusione  fatta  tra il sogno di picciotto, ogni pensiero ed incontro con  Angelica sono  intercalati  da versi  dell’Orlando Furioso, e  la realtà di  uno squasi sessantino, lo  rendono  ridicolo, non  era dignitoso per un uomo come lui  dare di sè  spettacolo indegno e  miserabili. Sensi di vrigogna e pentimenti non gli impediscono di  abbandonarsi  con tutti i sensi tra le  braccia di Angelica “ Pieno di dolce ed  amoroso  affetto/alla  sua  Donna,  alla  sua  Diva corse/che con le  braccia  al collo il tenne  stretto… Il  commissario  romanzo su  romanzo si  priva della  sua scorza  esteriore e si  disarma di  volta in volta  che l’età  avanza., la  sua è  un’anabasi  indotta  dall’incalzare  del tempo che ce lo rendono sempre più indifeso, solo, e  la sua  millantata  ed incauta  improntitudine è una  difesa sempre più debole. Le sue  sfuriate  memorabili, i suoi colpi di  scena sono in difetto rispetto  ai suoi  dialoghi interiori in cui il suo io ha  il sopravvento.
Mentre  Salvo  acquista  sempre più  sfaccettature  introspettive e sembra uscire  dalle pagine  scritte come la  vagheggiata  Angelica, gli  altri  personaggi,  senza sminuirli,  sono  cristallizzati  nei loro ruoli come maschere  teatrali. Se  di teatro si  tratta con tutte le messinscena  immaginabili, quello di  Camilleri è imperdibile, da  teatro di  prestigiosa  memoria.
La  scrittura sta  subendo una irreversibile  mutazione verso  la lingua  dialettale,  una  naturale  anastomòsi   più  involuta e più  aderente  alla  tradizione  orale, direi  ermetica nei suoi  vocaboli così  fissati nel tempo,  la  lettura diviene un esercizio  acrobatico,  linguistico-espressivo  anche per chi  siciliano è.
Senza  enfasi né  lodi sperticati chioserei con uno slogan  trito e un po’ frivolo: Camilleri è sempre  Camilleri  e…Montalbano è  sempre  Montalbano  anche quando  corre il rischio di essere nazional  popolare o  considerarlo solo un  marchio di  garanzia.  
Autore.  Andrea  Camilleri (1925), è  autore di oltre 60  romanzi tra  storici, civili e polizieschi, e di diverse  raccolte di  racconti,  tradotti in più di 30 lingue. Vincitore di  numerosi premi in  Italia e  all’estero, è noto  al grande pubblico  anche per i  romanzi  dedicate alle  inchieste del commissario  Montalbano,  da cui è  stata  tratta  la  fortunata  serie televisiva.  Tra i tanti  titoli ricordiamo: “La forma dell’acqua”, “Il cane di terracotta”, “Il ladro di merendine”,  “La voce del violino”,  “La stagione della caccia”, “Il birraio di Preston”,  “La concessione del telefono”,  “La gita a Tindari”, “Maruzza Musumeci”, “Il  casellante”, “Il campo del vasaio”, “L’età del dubbio”, “Un  sabato, con gli amici” “Il sonaglio”  “ La caccia al tesoro”… 

















